Specchi dell’Invisibile: Storie di Viaggi Interiori
Il Sentiero delle Ombre
"Ci sono cammini che non si percorrono con i piedi, ma con l’anima."
Si racconta che, nascosto nelle profondità della foresta di Alnem, esista un sentiero che non tutti possono vedere. Il Sentiero delle Ombre si apre solo a coloro che sono pronti a guardare dentro se stessi. Ma non tutti riescono a percorrerlo fino in fondo: alcuni si smarriscono tra le nebbie, altri si fermano di fronte al proprio riflesso, incapaci di accettare ciò che vedono.
Questa è la storia di Leila, una donna che per tutta la vita aveva cercato risposte all’esterno, senza mai osare guardare dentro di sé. Finché una notte, seguendo un richiamo sconosciuto, si trovò davanti all’entrata del sentiero. E scoprì che il vero viaggio non era mai stato fuori, ma dentro di lei.
Leila camminava nel cuore della foresta di Alnem, avvolta dal silenzio e dalla nebbia sottile che si insinuava tra i rami. Non sapeva perché si trovasse lì, solo che una voce dentro di lei l’aveva spinta a partire. Una voce che sussurrava come il vento tra le foglie: “Vieni. È tempo di vedere.”
Proseguì senza una meta precisa, finché la strada davanti a lei scomparve nel nulla. Dove un attimo prima c’era un sentiero battuto, ora si apriva una vasta radura, immersa in un’atmosfera irreale. Il terreno era coperto di muschio, e nel mezzo si stagliava un arco di pietra antica, consumata dal tempo. Al di là dell’arco, il nulla.
Leila sentì il cuore battere forte. Era quello il Sentiero delle Ombre?
Fece un passo avanti, e il mondo intorno a lei cambiò.
All’improvviso, la luce mutò. La nebbia si fece più densa, il cielo si tinse di un grigio opaco e l’aria si riempì di un silenzio innaturale. Leila si guardò attorno, ma non c’era più alcun segno della foresta.
Si voltò, e il respiro le si bloccò in gola.
Davanti a lei, una figura scura la fissava. Sembrava fatta d’ombra, i contorni incerti, gli occhi due pozzi senza fondo. Ma ciò che la terrorizzò non fu la sua forma, bensì la consapevolezza che quella figura era lei.
«Chi sei?» chiese con un filo di voce.
«Chi pensi di essere?» rispose l’ombra, con il suo stesso tono, il suo stesso respiro.
Leila indietreggiò, ma l’ombra fece lo stesso, rispecchiando ogni suo movimento. Era come guardare in uno specchio deformato, dove ogni emozione nascosta prendeva forma e si manifestava davanti ai suoi occhi.
«Perché sei qui?» sussurrò l’ombra.
Leila tremò. Non sapeva rispondere. Aveva sempre evitato quella domanda.
L’ombra si mosse verso di lei, e con ogni passo Leila sentiva il peso delle sue paure addensarsi nell’aria. Ricordi lontani riaffiorarono come lame affilate: i momenti in cui aveva nascosto la sua vera natura per compiacere gli altri, le parole che non aveva mai detto per paura di essere giudicata, le maschere che aveva indossato per sembrare forte quando dentro si sentiva fragile.
Le lacrime le offuscarono la vista. Non voleva vedere. Non voleva sapere.
Ma il sentiero non lasciava spazio alla fuga.
«Sei pronta ad accettarmi?» sussurrò l’ombra.
Leila chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Non poteva più scappare.
Fece un passo avanti, fino a sfiorare la figura oscura.
E in quell’istante, l’ombra si dissolse.
Un bagliore improvviso squarciò la nebbia, e il sentiero si aprì davanti a lei, chiaro e luminoso. Leila si guardò le mani: non tremavano più. Il peso che aveva portato per anni dentro di sé era svanito.
Aveva attraversato il buio.
Ed era ancora lì.
Quando riaprì gli occhi, si trovava di nuovo nella foresta di Alnem. Il sentiero era scomparso, ma qualcosa dentro di lei era cambiato per sempre.
Non aveva trovato risposte nel mondo esterno. Le aveva sempre avute dentro di sé.
Sorrise. E per la prima volta, si sentì davvero libera.
Da quel giorno, ogni volta che qualcuno diceva di sentirsi perso, Leila raccontava la sua storia.
E sapeva che un giorno, come era successo a lei, anche loro avrebbero trovato il loro Sentiero delle Ombre.
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